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Le aperture - Introduzione


Fin dai primordi del gioco gli scacchisti notarono che fra i vari modi di iniziare una partita alcuni sono da preferire ed altri invece sono da evitare. Con l'evolversi delle conoscenze, infatti, i giocatori si avvidero della fondamentale importanza della buona coordinazione dei pezzi del proprio schieramento, della rapidità della mobilitazione delle proprie forze e della possibilità di controllare il centro della scacchiera, zona quasi sempre nevralgica ed in ogni caso altamente strategica per qualunque partita a scacchi.

In effetti le attenzioni dei primi teorici si concentrarono principalmente su una mossa in particolare, ovvero 1 e4, che sembra soddisfare tutti i requisiti cercati: essa permette al Bianco di mobilitare subito la Donna e l'Alfiere campochiaro (l'Af1), di controllare tramite il Pedone in e4 la casa centrale d5 e di predisporre un rapido arrocco corto dopo lo sviluppo dell'Alfiere campochiaro e del Cavallo di Re (il Cg1).

Difesa dei 2 Cavalli, variante del FegatelloMan mano che le conoscenze aumentarono, gli studiosi si accorsero che l'apertura di Re 1 e4 non è la sola che consente di posizionare un forte Pedone nel centro della scacchiera, ma che c'è anche l'apertura di Donna 1 d4, che al contrario della precedente ha il pregio di porre il Pedone bianco in una casa, la d4, che è già protetta da un pezzo dello schieramento del Bianco, cioè dalla Donna. Questo fatto non permette al Nero di attuare un immediato contrattacco sul Pedone avversario come invece è possibile nell'apertura di Re 1 e4, per esempio con 1 ..., Cf6 (Difesa Alekhine).

Fu con giocatori di grande calibro come Tartakower e Reti che si cominciò tuttavia a porre in discussione la validità universale del concetto di occupazione del centro, dimostrando che esso era alternativo a quello di controllo del centro, attuabile non solo con Pedoni, ma anche e soprattutto con gli altri pezzi. Di conseguenza entrarono in auge aperture come 1 b3 (Apertura Larsen) e 1 Cf3 (Apertura Reti), che si prefiggevano di attuare un controllo a distanza del centro mediante lo sviluppo degli Alfieri in fianchetto ( cioè posizionandoli nelle case b2, g2 per il Bianco e nelle case b7 e g7 per il Nero) e per mezzo dell'uscita anticipata dei Cavalli.

Oggi la teoria delle aperture è in pieno sviluppo e frequentemente appare sulle riviste del settore e sulle scacchiere dei tornei magistrali qualche novità teorica (mossa mai giocata prima) di indubbio interesse, o che addirittura rivaluta una difesa dimenticata o che confuta una variante fino ad allora considerata buona.

Senza tralasciare l'importanza della teoria del mediogioco e dei finali di partita, lo studio delle aperture dovrebbe occupare una posizione preminente nel bagaglio scacchistico di ogni giocatore, poiché un'insufficiente preparazione in questo campo spesso è causa di rovinose e fulminanti sconfitte, tanto più che è molto facile cadere vittima di qualche trappola d'apertura considerando che ciò è accaduto anche a giocatori molto quotati!


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Autore: Andreas Vogt ® 1998